sabato 4 novembre 2017

step (I): La diga artificiale nella letteratura narrativa

Vi sono diverse occorrenze nella letteratura riguardanti la diga artificiale : 
  • Marco Tullio Cicerone -  "In Verrem" :
  1. Liber Quartus - De signis (70 a.C.) 
         "All'estremità dell'isola c'è una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di 
          straordinaria abbondanza, ricolma di pesci, che sarebbe completamente ricoperta 
          dal mare, se non lo impedisse una diga di pietra". 

  • Emilio Salgari -  "Raccolta Di Opere" :
  1.  Le Figlie Dei Faraoni (1905) 
        "Le divinità dell'antico Egitto sormontavano quelle dighe colossali, costruite per
         impedire alle acque del Nilo di espandersi nelle fertili campagne, troppo basse
         e di rovinare i raccolti".

       2. I Minatori Dell'Alaska (1900) 
   
       "Voi non conoscete ancora i castori e non avete mai visto le dighe che quei piccoli
         rosicanti costruiscono... Sembrano costruite dagli uomini... Quei meravigliosi
         costruttori, per ottenere dei bacini tranquilli che non vadano soggetti a 
         piene, che non tarderebbero ad inondare le casette della colonia e anche a 
         distruggerle, erigono sui corsi d'acqua delle dighe di una solidità incredibile
         che fanno argine alla corrente e la costringono qualora crescesse, a
         rovesciarsi altrove...E' incredibile".


Sono diversi i libri che hanno come protagonista la diga artificiale e di seguito ne propongo alcuni:

  •  Da Molare Al Vajont: storie di dighe  (Giorgio Temporelli)
           
          Quando si parla di incidenti associati alle dighe, la memoria collettiva torna al
          Vajont, a quei tragici accadimenti che il 9 ottobre 1963 provocarono, in pochi
          minuti, la morte di circa 2000 persone nonché ingenti danni materiali. Catastrofi 
          similari,  forse meno note, sono accadute in altri luoghi e in altri tempi,
           provocando l'allagamento dei territori a valle degli sbarramenti e perdite di vite
           umane.
           Limitandoci all'Italia e al territorio prossimo ai suoi confini, possiamo citare i
           disastri del Gleno (Bergamo, 1923), di Molare (Alessandria, 1935), di Fréjus
           (Costa Azzurra, 1959) e della Val di Stava (Trento, 1985). Il presente libro 
           intende riunire tutti questi accadimenti. Il lavoro, frutto di indagini bibliografiche 
           e di inchieste sul campo, presso le località oggetto della trattazione, contiene,
           oltre alla cronistoria degli eventi, note sull'impatto ambientale, sulla 
           progettazione, la messa in opera e la corretta gestione delle  diverse tipologie 
           di diga.
  •  Le Grandi Dighe In Calabria (Giancarlo Principato)
           Dopo un richiamo allo stato delle grandi dighe in Italia, il libro illustra 
           l'enorme potenziale della Calabria nel campo di queste importanti 
           infrastrutture. In modo del tutto sintetico ma significativo, i principali
           dati sono stati inseriti in apposite monografie, ognuna arricchita 
           da allegati grafici e da documentazione fotografica che ricordano anche le
           fasi costruttive. Sebbene si tratti di un'illustrazione delle singole dighe
           e delle loro principali caratteristiche, è un documento che offre un'analisi 
           di un settore che, in alcuni casi, ha interessato enti territoriali e
           organismi diversi con dati e informazioni contrastanti. L'appendice 
           finale, inoltre, riporta un elenco cronologico della normativa in materia. 
  •  La Tragedia Della Diga Del Gleno (Benedetto Maria Bonomo)
           
         Una strage, un'inchiesta chiusa frettolosamente, nessun colpevole. 
          E 359 morti che non hanno mai avuto giustizia. Il crollo della diga del
          Gleno che il 1° dicembre 1923 ha travolto la Valle di Scalve, nella
          bergamasca, è la prima strage italiana in cui giustizia e verità vengono
          sacrificate alla ragion di Stato, più precisamente dello Stato fascista che
          non può ammettere che azioni di gruppi terroristici minaccino
          la sicurezza. Meglio quindi puntare il dito sui materiali, sul 
          costruttore, sul progettista e poi assolvere tutti. Perché i giudici del
          tribunale di Bergamo non hanno dato peso alla perizia balistica,
          o alla deposizione di un detenuto che parlò di una bomba, o alla
          denuncia di furto di 75 chili di dinamite? A quasi un secolo di
          distanza un avvocato penalista riapre il caso, in cerca di verità. 
          Perché giustizia e verità non cadono in prescrizione.
  •  Guardiano Di Dighe. Il Lavoro Più Bello Del Mondo  (Oreste Forno)

           Esiste una categoria di lavoratori molto fortunati, che trascorrono
           il tempo immersi nella bellezza e nella pace delle montagne. 
           Sono i guardiani di dighe. Uno di loro si racconta:
           il panorama mozzafiato della valle, la bellezza cangiante del
           paesaggio, le notti buie d'inverno illuminate dalle stelle o
           dalla luna che fanno capolino nella stanza del guardiano,
           i lunghi turni sulla diga trascorsi scrivendo fiabe per i
           suoi bambini. Un racconto coinvolgente, trapuntato dai
           ricordi del passato: la dura lotta da alpinista sulle montagne
           più alte della terra, l'incontro con la popolazione degli sherpa,
           le rocambolesche avventure negli Stati Uniti d'America.
           Nel film "Il tempo si è fermato", di Ermanno Olmi,
           il guardiano della diga al Venerocolo diceva:
           "Tempo sereno, e la vita è bella!".
           Da allora sono passati sessant'anni, ma è quello che si
           può ancora dire ancora oggi dei guardiani. Perché la vita
           è bella quando il sereno è dentro. E lassù, che ci sia neve
           o pioggia, brilla sempre il sole. 


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